Sentirlo.

Era questo che più tutto mi mancava. Risentire il suo sguardo, le sue mani. Per un momento una profonda tenerezza mi bucò il cuore.

Era mia la colpa, lo sapevo bene. Quanti silenzi avevo fatto sommare l’uno sull’altro, dietro i quali ero finita io.  Dietro i quali era finito lui. Senza più vederci, separati dalla pesante trasparenza dell’altro dall’altro.

Avrei avuto bisogno di meno malinconia. Di ricordi più leggeri ad ammucchiarsi sul cuore mentre l’afa del caldo di luglio mi opprimeva. Si sprigionava dalla terra come dall’ inferno nel buco più profondo del mondo. E lì, ad espandere il suo eco nella vita, tutto diventava sfumato, come immagini tremolanti viste in controluce a mezzogiorno.

Quel buco del mondo era profondo quasi quanto il mio nel cuore. Dal quale mi  lasciavo risucchiare, accucciandomi in quella galleria lunga e buia come una notte senza stelle.

Mi affilavo la vista per vederne l’uscita, orientandomi come un gatto nel buio con le folate di vento caldo dell’estate. Nel cui profumo mi sforzavo di ricercare le stelle, volate via come lucciole veloci. Che io sentivo vicine, intorno e nascoste ad illuminarmi forse le spalle.

Improvvisamente qualcosa accadde. Ritrovai il suo sguardo, risentendo anche le sue mani. Fu soltanto un attimo. E ritrovai la luce. Soltanto un attimo. E ritrovai l’amore.

 

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1 thought on “Un attimo d’amore”

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