La forza si era fermata a un passo. Era così vicina che la si poteva quasi
toccare. In realtà si sarebbe potuta al massimo sfiorare ma un effetto ottico
confondeva, distoglieva dalla effettiva distanza. Gravitava nell’orbita dell’universo
parallelo, lambiva, costeggiava, spuntava e poi di nuovo spariva.
Si intravedeva riflessa sulla base lucida di un bel comò di legno, antico,
restaurato e anche bello, con i cassettoni di asciugamani buoni del corredo,
tra merletti, lenzuola matrimoniali di lino bianco e saponette profumate.
Aveva occhi chiusi mentre meditava su respiri cadenzati e profondi e,
tutto sommato, ispiranti, sulle fragranze di quei profumi delicati, buoni
sentimenti. Sulla scia di questi respiri ispiranti buoni sentimenti, riusciva
finanche a esporsi come una statuina. Appoggiata su un centrino ricamato
e forse antico, somigliava molto a quelle scimmiette con le mani sulla bocca,
sugli occhi e sulle orecchie. La forza era tutte e tre le scimmiette sul comò e
non aveva nessuna intenzione di parlare, men che meno di sentire, figurarsi
di guardare. Se ne sarebbe stata con le braccia incrociate a nascondersi la
testa ma sarebbe andato bene anche starsene sotto la sabbia. Quel tanto da
togliersi di mezzo, quel poco da distogliere da false convinzioni.

Ora restano i fiori

Voce di Germano Bonaveri

Realizzazione video Whiteroomagency

Musica Jurrivh – For You

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