Ci sono ore fatte di minuti e secondi, fatte di tempo.  Si srotolano, si evolvono, camminano in orizzontale, in avanti, sulla retta via della vita retta, su quel binario del tempo umano scandito da ticchettii di orologi, pagine di agende, fogli di calendari. Avanti, queste ore camminano sempre e solo in avanti, avanzano e non guardano mai indietro. Piu’ rare le ore fatte solo di vita, quelle ore senza tempo che non si srotolano come fili di un gomitolo che si sgomitola. Ore rotonde, concentriche, labirintiche. Si espandono e si rimpiccioliscono, vanno e vengono, avanti e indietro, nello stesso identico secondo. Ore in cui la vita si ricompone con la morte, l’anima si somma all’anima, il tempo di chi vive si somma con il tempo di chi muore. Per tre ore e mezzo sono stata accanto al letto di mia madre nel reparto di terapia intensiva dell’istituto neurologico di Pozzilli, 70 km dalla sua casa dove non ha fatto più ritorno. Tre ore e mezzo di cui mi chiedo da giorni se riuscirò mai a dire, parlare, ricordare. Tre ore e mezzo accanto al suo letto, che sono valse tutta una vita, durate la mia più la sua vita, con il peso della mia e della sua anima. Andata e ritorno nel tempo, sull’asse orizzontale e su quello verticale. Avanti e indietro, dalla mia nascita alla sua morte. Dalla sua morte alla mia nascita. Un viaggio lungo tre ore mezzo. All’arrivo mia madre mi ha regalato la sua vita: era tutta racchiusa in due lacrime, che io ho raccolto, come si raccolgono fiori.

Share:

2 thoughts on “Ora restano i fiori”

  1. Le tue parole, i tuoi scritti mi fanno riaffiorare ricordi che la mia mente aveva riposto nei cassettini del mio cervello, non dimenticati ma sistemati uno vicino all’altro come la biancheria ricamata del corredo…grazie amica mia per condividere il tuo dolore

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.