Questa vita marina che un tempo mi piaceva tanto, vorrei capire cosa ha di bello. Ora che io sono un’altra e non amo più l’estate. E forse nemmeno più questo mare. Che scorre, viene, va e mi lascia la sabbia. Quella che resta, scivola, si attacca… I costumi da mettere, cambiare. Per esporre corpi sulla spiaggia dove guardare. Corpi esposti sulla spiaggia da guardare. Pensare e ripensare sul mare. Con il pensiero come un’ onda ad andare e venire. Lo sguardo chiuso, a ripararsi dal sole. Le scottature e i movimenti che non mi va di fare. Le stanze estranee, piene di valige da disfare. Da vestiti stirati e poi di nuovo sgualciti mentre i costumi nel mare si bagnano e non si asciugano. Sotto l’ombra di ombrelloni che proteggono. Dal sole e dal sale. Da lavare con docce fredde prima di andare a mangiare… Cosa avrà di bello questa vita marina e vacanziera, fatta di ore sonnecchianti e ripetitive movenze annoianti. Questa vita marina che un tempo mi piaceva tanto. Quando ero quell’altra che ho lasciato lì, seduta, indietro. A rimirar tramonti con pensieri lieti. Anche se, per quanto io poi mi sforzi, non me li ricordo mica così lieti… Nemmeno se quell’altra me era seduta sulla riva di un bel tramonto estivo e il luccichio del sole illuminava un piatto mare calmo.

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