Capita che Giulio non sappia che fare. Sporadiche crisi di noia, generalmente tipiche dei pomeriggi domenicali, quando magari è solo, senza amici, o ha esaurito le molteplici possibilità “intrattenitive” di cui dispone. O solo perché, ogni tanto, ci sta pure che un bambino si possa annoiare. Che in effetti se ripenso a quando ero bambina, anche a me succedeva a volte di annoiarmi. E con questo non voglio certo dire, come purtroppo fanno in tanti, “eppure sono diventata grande lo stesso”. Che non è sempre mica detto che ciò che abbiamo fatto noi nella nostra infanzia sia la cosa giusta per crescere bene eh! Ma la noia…la noia è un caso a parte, una cosa seria, un sentimento importante. Non dico da coltivare ma che ogni tanto vivere non fa poi così male. Giulio, per l’appunto, domenica si è annoiato. Gli girava così, “non sapeva che fare”. Poi, dopo un po’ di questa noiosa noia, mi ha proposto di fare insieme “un lavoretto”. Non nego che la cosa mi abbia fatto piacere al pari di un fulmine, che all’improvviso ha sconquassato il ciel sereno del mio sonnacchioso pomeriggio domenicale. Tuttavia, dopo un’iniziale titubanza, ho aderito al progetto. Uno di quelli che, una come me, per realizzarlo mette casa a soqquadro. Alla fine, tra carte, rotoli di carta igienica, colori, stoffe, fili, spaghi, forbici e colla sparsi sul tavolo, qualcosa è uscito fuori dal cilindro: due semplici e umili gnometti che, sarà stato per effetto della noia, ci sono venuti un pochino anziani ma che alla fine a me sembrano bellini e anche un pochino innamorati.

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