Alle otto di sera mi accorgo che alle scarpe preferite di Giulio si sono rotti i lacci. Cerco di risolvere il problema pensando un po’ troppo ottimisticamente di aggiustare quelli rotti. Faccio un gran casino prima di rendermi conto di non essere all’altezza di riparare lacci delle scarpe e mi arrendo sconfitta all’idea malsana. Provo a trovarne degli altri nello scatolo degli accessori per scarpe, quella con le spazzole e le cromatine. Come minimo risalgono agli anni 90, forse sono ancora quelle che mi ha dato mia madre ai tempi del mio trasferimento a Roma. Sopravvissute a svariati traslochi e ad un ventottennio di vita. Spero di trovare in quella scatola antica un benedetto paio di lacci e per fortuna ne ritrovo una bustina con diversi tipi. Ne sistemo un paio alle scarpe di Giulio e soddisfatta vado a dormire. La mattina alle 8.30 siamo ancora a casa. Avremmo dovuto essere già a scuola ma abbiamo fatto tardi. Giulio si infila le scarpe. I lacci sono inesorabilmente lunghi. Li stringo, li annodo, riannodo ma quelli restano lunghi,  troppo lunghi e non c’e’ più tempo per nulla, ormai. Usciamo correndo e mentre corriamo per la salita della scuola penso che menomale che sono dieci anni che ho smesso di fumare che senno’ ero a rischio di brutto.

I lacci lunghi mi assillano così come  la faccia di Giulio. Lo lascio a scuola e immagino scene preoccupanti, prese in giro dei compagni, cose del genere. Mi sento tremendamente in colpa pensando di esserne io la causa e che potevo evitarle, bastava cambiare scarpe. Ma ormai è fatta, la mia giornata sarà rovinata dai sensi di colpa che mi assaliranno ogni volta che pensero’ a lui e questo almeno fino alle 16.45 quando, chiamando a casa, sento finalmente la voce di Giulio che con voce allegra cancella in un attimo tutte le mie preoccupazioni. Dei lacci nemmeno un accenno, non è più un tema per lui.

La sera, prima di andare a dormire, sostituisco rasserenata quelli lunghi con altri decisamente più corti. Mi congratulo con me stessa per la previdenza di aver conservato negli anni quei vari tipi di lacci e vado a dormire tranquilla. La mattina  i lacci più corti si rivelano essere troppo più corti di quelli troppo lunghi al punto che quelli lunghi erano decisamente meglio di quelli corti ma ancora una volta non c’e’ più tempo, tanto piu’ che per cambiare scarpe dovrei affrontare quei dannati nodi di quei maledetti  lacci troppo corti che ci ho messo pure dieci minuti per creare.

Saliamo correndo la salita della scuola e penso che pure se non fumo più da dieci anni sono a rischio lo stesso e che i lacci delle scarpe, non importa se rotti, lunghi o corti, per una mamma come me, possono essere decisamente molto più dannosi delle sigarette!

 

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3 thoughts on “La difficile vita di una madre, come me – Lacci”

  1. Bello..è successo anche a me quando avevo l’eta’ di Giulio..sono quelle cose che ti fanno impazzire quando accadono, ma che poi ti rimangono nelle vicende comiche della vita..grande mamma Ale!)))

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