In questo periodo  la metro funziona peggio del solito. Il tutto sembrerebbe dipendere da una diminuzione dei treni che, pertanto, viaggiano accumulando ritardi stratosferici nelle ore di punta, tali da rendere impossibile l’entrata nei vagoni a causa del sovraffollamento. In questa tragica situazione, che ormai è diventata comunque una regola, assisto ogni giorno a scene di vita apocalittiche: gente che litiga, spintona, impreca, corre, sbatte, travolge. Borseggiatori che indisturbati entrano ed escono dai treni saccheggiando con mani leste borse, zaine e borselli. Nel marasma generale, che alla lettera guarda caso sta a significare “stato di profonda crisi che s’impadronisce delle istituzioni sociali, politiche ed economiche, paralizzandole o portandole allo sfascio”, non mi è sfuggita l’intonazione dei messaggi della donna dell’altoparlante, quella che, per intenderci, sotto la metro cerca di dare le indicazioni del caso. Questa povera donna, a mio avviso sempre più tesa, cerca disperatamente di riportare un ordine e, essendo nel suddetto stato di marasma la missione impossibile più che improbabile, per far questo, utilizza dei toni sempre più frustrati. Così dal nervosetto “FAVORIRE LA CHIUSURA DELLE PORTE E CONSENTIRE  LA PARTENZA  DEL TRENO!!!” si passa ad un nervoso “NON OLTREPASSARE LA LINEA GIALLA DI SICUREZZA!!!!!!” per arrivare al proprio incazzato “PRESTARE ATTENZIONE AI PROPRI EFFETTI PERSONALI!!!!!!!!!!!!!”.

A me questa voce di donna dell’altoparlante sotto la metro è sinceramente quella che più di tutto mi da il senso e la misura dello “sfascio” che ogni giorno viviamo.

 

 

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2 thoughts on “La donna dell’altoparlante”

  1. E pensare che pochi minuti fa mi lamentavo con mamma del ritardo costante del treno che arriva da Napoli e che mi porterà a Campobasso!…è proprio vero che tutto è relativo. Resta una certezza: non funziona niente e poveri noi siamo sempre più esauriti! Non ci resta che piangere??? ….o godere delle poche cose che funzionano? Essendo per natura una grande ottimista direi la seconda. Ah comunque sono sul “rottame” (lurido e identico a quello che prendevi 20 anni fa) che mi porterà nella nostra città 😉
    P.S. e pensare che spesso ti invidio perché vivi nella “bella” Roma!

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