“Quando una conversazione privata fatta davanti a un bicchiere di vino viene trasmessa pubblicamente alla radio, che altro vuol dire se non che il mondo si è trasformato in un campo di concentramento? Tereza usava quella parola fin quasi dall’infanzia per esprimere come appariva ai suoi occhi la vita nella sua famiglia. Il campo di concentramento è un mondo nel quale le persone vivono continuamente una accanto all’altra, giorno e notte. Le crudeltà e le violenze sono solo un aspetto secondario (e per nulla necessario). Il campo di concentramento è l’eliminazione totale della vita privata.

Prochazaka, che non aveva potuto chiacchierare con il suo amico davanti a un bicchiere di vino nel  sicuro della sua intimità, viveva (senza nemmeno immaginarlo, e questo era stato il suo errore fatale!) in un campo di concentramento.Tereza aveva vissuto in un campo di concentramento quando abitava con la madre. Da allora sapeva che un campo di concentramento non è qualcosa di straordinario, qualcosa di sensazionale, ma, al contrario, qualcosa di dato, di fondamentale, nel quale si nasce e da dove si può evadere soltanto a prezzo di un’enorme fatica.”

Milan Kundera – “L’insostenibile leggerezza dell’essere”

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