37,8 km di passi.

In silenzio tra il canto degli uccelli e il saltellare dei leprotti.

Questa notte è piovuto ma alle 6 aprendo il portone dell’albergue il cielo è ancora nuvolo ma con qualche apertura che promette bene.
Anche oggi le partenze sono a orari diversi: esco per primo alle 6.15, poi Carlo e Guido che hanno il bus alle 6.30 per Astorga, da dove proseguiranno a piedi per oltre 20 km fino a Rabanal del Camino. Ultimo Gino che oggi ha deciso di prendersela comoda.
Uscendo da Hospital de Orbigo e iniziando il cammino tra i campi, si è immersi in un velo di nebbia in dissolvimento che ci accompagnerà fino alle porte di Astorga, privandoci della vista della città dall’alto del Cruceiro de Santo Toribio. La sterrata particolarmente ampia è movimentata da saliscendi ai quali non eravamo più abituati e, lontano dal traffico della N – 120, si cammina nel silenzio, tra il canto degli uccelli e leprotti che saltellano bordo strada. Insomma si vede uscire il sole tra le nuvole in questo bellissimo paesaggio agricolo.
Si arriva al Cruceiro, illuminato dal sole e da qui si scende con Astorga davanti ma invisibile per la nebbia.

 

 

Si passa per San Justo de la Vega e poi si scavalca la ferrovia con un imponente sistema di rampe. Astorga, bella città di origine romana, viene attraversata dal Camino che entra dalla Puerta del Sol, passa nella Plaza Major e quindi arriva a Plaza Catedral dove all’improvviso ci si trova davanti alla mole della Cattedrale affiancata dal Palacio Episcopal di Gaudi, nelle forme di castello delle favole.
Si esce dalla città e si costeggia con il sentiero la viabilità stradale secondaria, molto meno trafficata. Lunghi rettilinei per attraversare Murias de Rechivaldo, Santa Catalina de Somoza, El Ganso con andamento costante in leggera salita.
Gli ultimi chilometri si percorrono in un bosco di roveri e finalmente appare Rabanal del Camino. È una località importante, come dice la guida, presidio dei Templari nel XII secolo, con il compito di proteggere i pellegrini. Il borgo si caratterizza per l’omogeneità delle costruzioni in pietra che fanno da quinta alla Calle Real. Proprio davanti alla chiesa di Santa Maria, uno dei pochi esempi di architettura romanica rimasti in zona, c’è la Meson El Refugio dove ci fermiamo per dormire.

 


Siamo a ridosso dei Montes de Leon che preannunciano il Bierzo e la Galizia.
Speriamo presto di ritrovarci a camminare tutti insieme, risolto soprattutto il problema della tendinite di Carlo.
Perché il Cammino sarebbe più condiviso e coinvolgente.
Le cicogne continuano a guardarci dai campanili a vela delle chiese.

Angelo e Carlo

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