“Torna, se puoi tornare,
confideremo nel miracolo urgente,
nello spavento da dietro
le porte,
lo sgambetto che ti fa
volare;
torna da me,
la morte faceva paura quando
non c’era;
adesso è placata, è tutta presenza
e meno
attesa.
La sopporto da sveglia;
non mi sveglia se dormo.
Mi rimane
una cosa da dire,
è un parlare, un parlarti,
raccogliere le tue orecchie e la risata
come le monete
che prillano per strada,
(e un tombino è lo sgomento);
Ho l’urgenza
della tua bella faccia fredda,
che si imperla di sudore,
ma non muore.
Torna, perché ho bisogno che anche tu
e ancora tu, di nuovo
mi voglia bene.
Perché ho paura che un pezzo di me
ti sia rimasto
imbrigliato e anch’io
ho dimenticato:
di darti delle cose,
un bacio,
gli occhi con la campagna di papaveri,
il sudore sulla mia
camicia stretta;
di dirti grazie per aver guardato,
avermi lasciato
sguazzare nell’azzurro.
Torna e torna
a credere come i vivi
che la morte non esista.”

Beatrice Zerbini

da In comode rate. Poesie d’amore
Interno Poesia

Share:

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.