“Come una ginnasta a fine volteggio” me lo scrisse un giorno la mia amica Patrizia. Poteva andare bene come titolo di un nuovo libro. Una promozione in piena regola da sconsolato pappagallo verde su un ramo grigio d’inverno a tonica e cazzuta ginnasta dal volteggio arzigogolato e dall’atterraggio perfetto. Nel frattempo c’e’ stato bisogno di correggere il tiro, rivedere cioè il concetto. Considerando, ad esempio, la difficoltà delle prove sulla diagonale oppure l’evenienza di una brutta e dolorosa storta, il lancio di oggetti da parte di un pubblico superficiale, una pedana ammortizzata malamente, se non per niente. L’atterraggio a dispetto di tutto perfetto, piedi uniti e braccia alzate alla fine della diagonale, mi pare ancora adesso e ad ogni modo l’augurio migliore che mi si poteva fare.

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