Ai confini della realtà esiste una piccola terra chiamata Molise. Una terra che ondeggia, quando non sussulta per eventi sismici, tra pretese di esistenza e situazioni desolanti di “non luoghi”, di binari sperduti, treni antichi, linee ferroviarie impervie e impervie vie di comunicazione. Una terra che con le sue mancanze e il suo freddo ha temprato generazioni, fortificandole nella nobile virtù della pazienza e dell’accettazione. Da questi e verso questi confini della realtà, si fanno da decenni viaggi in treno che rendono questa terra unica nel battere i record più impensabili: dei maggiori ritardi, della maggior frequenza a viaggiare in piedi, dell’altissima probabilità della rottura del treno, della quasi sicurezza di arrivare ad un passo dell’asfissia in estate e del congelamento in inverno, del maggior numero di bestemmie proferite dai viaggiatori e chi più ne ha più ne metta. In questa terra mi capita pero’ da un paio di settimane di vivere eventi che oltrepassano la fantascienza, rasentano il fantasmagorico e sconfinano nel quasi irreale. Oppure che, al contrario, superando una realtà gia’ superata, rientrano dal fantascientifico, dal fantasmagorico e dall’irreale posizionandosi direttamente in una realtà che definirei parallela rispetto a quella reale. Oggi, in questa realtà parallela, io ci ho fatto capolino con il treno delle 8.36 in partenza dal binario 1 di Campobasso per quel di Roma Termini…

Il monitor annuncia sin dalle 8.30 un ritardo del treno di 5 minuti. Per non precisati motivi tecnici, quello nuovissimo, approntato alla partenza, non riesce a fare la manovra che gli consentirebbe di raggiungere il binario. E’ fermo, con il sole contro e gli occhi di tutti addosso. Il monitor aggiorna il ritardo che da 5 passa inesorabile a 10 minuti mentre la voce automatica invita i passeggeri a tenere le orecchie ben aperte per non perdere future comunicazioni. Fortunatamente il pericolo pare scampato quando il treno, finalmente, arriva: di ultimissima generazione, pulito e addirittura con i dispositivi di emergenza posizionati sulle griglie per le valige, “scaletta di emergenza” si legge sopra e mi pare che, con l’aria condizionata, questa volta regolata al punto giusto, facciano viaggiare il treno puntuale quantomeno sul binario della modernita’. E’ tuttavia da poco partito che gia’ inciampa sulla sua prima fermata non prevista… La voce automatica viene in soccorso ai nervi tesi di noi, prevenuti viaggiatori, annunciando che il treno è fermo alla stazione di “Bosco Redole”, in attesa della coincidenza che passerà di lì a poco, in un tempo stimato di circa 6 minuti. Di soprassalto mi chiedo che diavolo è Bosco Redole, se un paese, una frazione, un borgo, una via. Che, d’accordo, sarò anche dotata di scarsissime cognizioni geografiche ma io questo Bosco Redole in tanti anni di viaggi da e per il Molise, non l’ho davvero mai sentito! Mi viene il sospetto di aver sbagliato treno ma subito mi tranquillizzo guardando il monitor che mi conferma che è quello giusto. Mi rassereno sulla possibilita’ dell’esistenza, nel mondo della realtà parallela, di paesi dal nome improbabile come Bosco Redole mentre passo in rassegna i nomi di alcuni dei paesi molisani quali Ripabottoni, Roccapipirozzi, Roccaravindola, Capracotta, Castelbottaccio, Frosolone e via discorrendo. Nel frattempo arriviamo a Carpinone dove un’ulteriore fermata ci consente di accumulare un ritardo complessivo di oltre 20 minuti. A questo punto basta solo farsi sopraffare dal popolo di Cassino e sbarcare sul lunare binario 20b per rientrare nella normalita’ quando invece le cose vanno ancora una volta nel verso giusto trattenendo noi passeggeri e il treno nella realta’ parallela: le persone che salgono trovano tutte posto a sedere, il treno in corsa recupera il ritardo e arriva solo 6 minuti piu’ tardi del previsto sul binario 13 e non sul 20b, dunque a pochi metri dall’uscita della stazione Termini. Qui gli altoparlanti annunciano arrivi e partenze con ritardi stratosferici: con la coda dell’orecchio colgo addirittura un “150 minuti di ritardo”! Tutto a Termini sembra piu’ convulso del solito. Vedo file interminabili di persone a provvisori box informativi e biglietterie mai viste prime, gente che fissa nervosamente il cartelloni degli arrivi e delle partenze che girano freneticamente in continuo aggiornamento. Non so cosa sia accaduto ma qualcosa e’ sicuramente accaduto…

In effetti scopro piu’ tardi che il 22 luglio 2019 e’ stata una giornata funesta per i collegamenti ferroviari. Questo nella realta’ del resto d’Italia. Nel realta’ parallela degli eventi dell’ultimo periodo, il piccolo treno proveniente da Campobasso delle 8.36, arrivato placidamente puntuale sul binario 13, mi e’ sembrato un po’ come Mr. Magoo, quel simpatico vecchietto che non vede al di la’ del suo naso ma che scampa i pericoli e gli ostacoli del mondo reale, camminando alla cieca nel suo mondo di realtà parallela!

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2 thoughts on “La realtà parallela”

  1. Ho appena finito di leggere il tuo libro “Io gennaio me lo immagino bello”. Mi è piaciuto molto. Mi ha fatto tornare in mente immagini e ricordi, ma soprattutto mi sono ritrovato nei tuoi stati d’animo e nelle tue nostalgie tra Campobasso e Roma.
    Continua a scrivere… sei brava.
    Un saluto
    Giovanni Pietrangelo (fratello di Lucilla e Paola)

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