La notizia si confonde e si perde tra le decine di messaggi whatsapp che mi sono arrivati . Tra i buongiorni e le buonenotti, tra barzellette e video comici. Poi, mentre sono in fila a mensa, mi colpisce inaspettata. Cerco tra i messaggi della classe. Non si parla d’altro da stamattina ed io ho appena saputo. Mariateresa non c’è più! Teresa non è più con noi.

Teresa non c’è. Più.

Mio Dio, sembra davvero che qualcuno mi abbia dato un pugno nello stomaco. Mi rendo conto di non poter realizzare subito una cosa come questa. Non è il momento di piangere, dare spiegazioni. Mi devo distrarre, devo rimandare questa tristezza. Cerco altri pensieri, cose di tutti i giorni, che so la rendita dominicale a cui pensavo cinque minuti fa. Che diavolo è la rendita dominicale? La sensazione dolorosa resta per un attimo sospesa, lì, come una parentesi aperta e chiusa tra la rendita agraria  e quella dominicale, nel mio cervello. Il cuore, quello però, non lo distraggo. Lo sento cupo, pesante. Quasi schiacciato. Non ho più voglia nemmeno di mangiare, meno che mai di parlare. Saluto, me ne vado.

Mentre scendo le scale Teresa mi torna in mente con il suo sorriso. Che se c’è una cosa che di lei ho sempre ricordato è proprio quel sorriso, quello che non ha mai abbandonato. A dicembre ci eravamo riviste. E lei, appunto, sorrideva. Con gli occhi sorrideva Teresa, nonostante la vita. La sua vita.

Santo Dio ci eravamo riviste appena a dicembre dopo un mucchio di anni ed ora? Ora Teresa non c’è più. Se c’è una cosa che proprio mi manda in tilt il cervello è questo dover ogni volta pensare al momento in cui uno c’è e a quello in cui non c’è più. Che mi prende sempre questa cosa di dover rapportarmi alla mia vita. Ieri che diavolo stavo facendo mentre Teresa era ancora qui, sì, in quell’attimo prima, prima di morire? Che ci vuole solo un momento per morire e mentre si muore il mondo, dannazione, continua sempre e comunque a camminare.

Sì lo so che non sono poi così normale. Che si sa che si muore. Si muore, sì che si muore. Ma Teresa era una mia compagna di classe e santa Pace aveva la mia età. E si muore anche prima della mia età ma se si muore alla mia età…

Teresa ha vissuto le mie giornate, tutti gli stessi miei giorni, forse quelli migliori, per cinque anni. Per poi fare la sua vita mentre io facevo la mia. E in questa memoria sempre più piena di buchi, forse per via di quel suo bel sorriso, io davvero un posto a lei ce lo avevo sempre conservato.

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