Partecipando a questo concorso letterario non è che io ci credessi poi così tanto di ottenere qualche risultato. Ho scritto la mia poesia in una giornata grigia e sospesa, come spesso ce ne sono nella vita. E succede che un giorno, che all’apparenza si perde come una barchetta in un mare d’inverno, mi regali in un altro giorno una certa soddisfazione, l’orgoglio di vedere le mie parole pubblicate su un libro.

Io devo dire la verità, sull’argomento scrittura ho la mia visuale che è quella di una persona che ha sempre amato i libri e gli scrittori, quelli veri, quelli grandi. Al punto da avere un timore reverenziale verso questo mondo. Certo poi ognuno di noi ha i suoi sogni nel cassetto. Però, oltre quelli, io ho anche i piedi, che direi sono piuttosto ben piantati per terra. Un po’ per via di una certa costituzione robusta che mi attrae proprio alla terra e un po’ per una certa influenza astrale che mi colloca nello zodiaco tra i segni di terra, appunto, più ancorati alla terra.

Sono comunque molto felice del risultato raggiunto. Un riconoscimento che non mi aspettavo. Lo prendo come un confronto con un mondo al quale mi sarebbe piaciuto appartenere e che ho potuto constatare essere formato dalla gente più disparata, giovani, anziani, di differente estrazione sociale, uniti tutti da questa forza che è la voglia di trasformare in parole la propria anima.

Tra qualche giorno capita anche che è un anno che scrivo su questo blog. L’idea mi è venuta perché avevo voglia di scrivere e leggendo qua e la’ su come funzionasse un blog, ne ho parlato con mio fratello, che è uno che con le idee ha sempre viaggiato alla velocità della luce e non ho fatto nemmeno in tempo a finire la domanda “Ma come funzionano i blo….” che prima della g lui me lo aveva già creato. Io poi l’ho chiamato “blog titubante” proprio per questo, che se non fosse stato per la velocità di mio fratello, ma chi mai si sarebbe sognato di mettersi a scrivere qui sopra!

Comunque, nonostante sia dura conciliare la scrittura con la mia vita (ci devo aver perso pure qualche grado di vista a riguardo) e nonostante la terra (o forse grazie ad essa), spero davvero di continuare a scrivere, di farlo per me ma anche per chi mi legge. E poi per mia madre, con la quale, se possibile, mi sento ancora più vicina pur essendo lontana e per i miei fratelli e i miei amici, con alcuni dei quali, anche grazie a questo blog, ci siamo ritrovati o anche scoperti. E dunque di impegnarmi ancora per capire se veramente posso provarci, quantomeno a crederci nel mio sogno.

A tal proposito un piccolo pezzetto di un mio scritto che data l’attinenza mi sembra giusto riportare.

…Il giorno che mi sono laureata è stato davvero un giorno speciale. Uno di quelli rari della vita per cui puoi sentirti che è valsa la pena nascere. Uno di quelli che da soli da senso anche a tutti gli altri, persino quelli grigi e sfocati che se ne vanno lenti a morire ammazzati. E di tanti attimi vissuti uno che mi è rimasto vivo nella mente è stato quando Paolino mi ha fatto gli auguri. Paolino era un personaggio conosciuto nella mia facoltà, un uomo che, ai suoi tempi, si diceva avesse studiato da ingegnere e che tali studi lo avessero fatto ammattire. Era una persona buona e pacifica, che se ne stava giornate intere sulle scale della facoltà, con il suo cappellino, e non faceva male a nessuno. Quel giorno mi si avvicinò, si congratulò con me e guardandomi fisso negli occhi mi disse serio e con tono solenne: “Non preoccuparti se non farai subito quello che ti piace. Prima o poi succederà!” Per me queste parole sono state un regalo importante e me le sono tenute sempre a mente, da quel momento a seguire. Perché Paolino aveva degli occhi seri mentre parlava che non potevano certo essere quelli di un matto e se anche fossero stati quelli di un matto per me quegli occhi sono sempre stati più solenni e aperti sul mondo di milioni di occhi di gente normale. Non è quindi un caso che quel momento abbia contato tanto nella mia vita. Io ci ho creduto sul serio a quello che mi ha detto Paolino quel giorno, forse perché un po’ matta lo sono anche io e tra matti ci si capisce con un semplice, serissimo sguardo….

 

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3 thoughts on “Un semplice serissimo sguardo”

  1. A proposito di poesia e di pazzia:
    “Ogni creatura umana ha la sua legge; se non la sappiamo distinguere chiniamo il capo invece di alzarlo nella superbia; è stolto crederci superiori perché una persona si muove percossa da leggi a noi ignote “.
    Mario Tobino
    “Le libere donne di Magliano” 1953

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