Ieri con Maria e Gianluca si ricordavano i tempi in cui l’estate faceva caldo come in questi giorni e al posto dei condizionatori c’erano finestre  spalancate anche di notte. A quei tempi la sera si rimaneva a parlare con gli amici fino a tardi sotto casa e quasi sempre, da quelle finestre aperte, la musica del telegiornale si diffondeva intorno nell’aria.

Si provavano allora sensazioni belle, che ti davano il senso di libertà delle vacanze estive, del vivere insieme, tutti sotto lo stesso cielo stellato dell’estate. Io mi ricordo che luglio era lungo ma anche bello e profumava di mare e di peperoni verdi fritti anche quando si rimaneva in città. E che le finestre, sì, ha ragione Gianluca, erano tutte aperte, e non come adesso serrate dai condizionatori. Che sì lo so che un po’ ci salvano anche la vita oggi, però la musica del telegiornale non ce la fanno più ascoltare.

Poi però mi sono ricordata che dove abito io, forse perché le case sono ancora popolari e un po’ si respira qualcosa di antico come il cortile, il negozietto che “ti segna” se vai di fretta per pagare, la signora Nella al primo piano che se cucina qualcosa di buono te la fa sempre assaggiare e dove i vicini non sono poi così lontani come invece succede spesso qui a Roma, bè da queste parti forse può anche capitare di sentirla ancora per strada la sigla del telegiornale.

Però sarà che ieri sera faceva proprio un gran caldo, sarà che i condizionatori ci stanno pure a Garbatella, l’unica televisione accesa che abbiamo intravisto da una finestra aperta, il volume ce lo aveva troppo basso.

Un pochino delusi, ci è toccato ripiegare sulle cicale, che almeno quelle, mi pare, sono ancora le stesse.

 

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2 thoughts on “Solo le cicale sono sempre le stesse”

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