“Esiste navigando un desiderio che sta al di là della necessità di capire: la meta non è più arrivare: è navigare; contro il tempo, malgrado il tempo, a favore del tempo, nonostante il tempo, in mezzo al tempo.”

Una sera, assorta nella lettura del diario di De Andrè (Sotto le ciglia chissà), colsi casualmente queste sue parole sul navigare. Quella stessa sera Angelo cominciò l’invio del suo diario giornaliero di questo cammino. Come sempre accade in occasione di coincidenze come questa, la cosa mi ha piacevolmente sorpreso: non poteva essere che quella la mia dedica a quello che stava per cominciare!

Oggi, dopo l’arrivo a Santiago de Compostela di Angelo e dei suoi compagni di viaggio, nonché dei trenta giorni di cammino vissuti “al loro fianco” da lontano, mi dico, rileggendo quelle parole di De Andrè, che probabilmente non potevo individuarne di migliori per questa esperienza.

Esperienza che Angelo e i suoi compagni di cammino hanno vissuto in prima persona, vivendo “in modo del tutto inusuale, tempo e spazio”, percorrendo sicuramente dentro sé passi sul sentiero della propria anima, in quelli che io immagino saranno stati anche lunghi momenti di silenzio, circondati dalla campagna, dai suoni della natura, avvolti dal colore della terra e del cielo, delle albe e dei tramonti, ognuno a far i conti con qualcosa di personale: un pensiero, un ricordo, un dolore, magari sì, anche ai piedi o alle spalle, a dispetto del quale, comunque, si è andati avanti, sempre e comunque, “contro il tempo, malgrado il tempo, nonostante il tempo, in mezzo al tempo.”

Ecco, da viaggiatrice dell’anima e della mente, questo “camino” così lungo, lo immagino davvero come una metafora della vita, di questo percorso la cui necessità non è più la meta ma “navigare”, cercando ognuno a suo modo di trovare in questo il proprio senso.

Vista così, la fine del “buen camino” non può che diventare  il suo inizio, o meglio, la sua continuazione, con una consapevolezza maggiore, quella stessa che Angelo spera di augurarsi ogni giorno, guardandosi allo specchio la mattina.

Detto cio’, vorrei con queste poche righe a conclusione della loro, a mio avviso, bellissima “incursione”, ringraziare Angelo e Carlo che con il loro diario giornaliero mi hanno dato la possibilità di essere anche io lì un po’ con loro.

In particolare vorrei ringraziare Angelo, amico da tanto, che anche con questa esperienza ha aggiunto un tassello alla mia già grande stima per lui, per la sua tenacia e per il suo impegno e che sono sicura avrà ritrovato di fronte al faro di Finisterre che aveva disegnato nell’ormai lontano 2005, l’uomo che è oggi, dopo quello che io spero per lui sia stato, nonostante tutto, un “buen camino”!

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4 thoughts on “Il “buen camino””

  1. Ciao Alessandra,
    Digitando il mio nome in google sono capitato nel tuo blog…. complimenti e grazie per la Foto….
    Il caso vuole che nella Pagina Facebook dedicata quasi interamente al Camino ( per trovarla devi digitale il mio nome…. Massimiliano Muratori) ti avevo nominato ed avevo inserito le foto che mi avevi gia’ inviato….
    questa mi mancava….
    Buen Camino dal Vietnam,
    Massi

    1. Ciao Massimiliano. Mi fa piacere la tua visita sul mio blog dove ho “ospitato” il diario del cammino di un mio caro amico, Angelo, con le sue foto. Non so se tra queste ci siano quelle a cui tu ti riferisci. Ho comunque guardato la tua pagina fb dedicata al cammino di Santiago e complimenti a te per i bellissimi disegni.

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