“…lunghi, lunghissimi mesi vissuti come una clessidra capovolta, nell’attesa che prima o poi la polvere al suo interno giungesse a conclusione! E poi un messaggio, a seguire una mail, e in poche ore realizzi che finalmente la clessidra si è girata…Che il vento è cambiato, che la stanza buia ha una finestra da cui affacciarsi e il paesaggio da fissare non è più grigio, ma c’è il giallo, il rosso, l’azzurro che tanto amo e mille sfumature di colore! E pensando a quei lunghi, interminabili mesi in cui ogni giorno un pezzettino alla volta ti senti sgretolato come un sassolino senza dignità , in cui mastichi la tristezza come fosse un piatto di pasta senza condimento, in cui ingoi l’angoscia…ti rendi conto che se non molli, prima o poi il vento cambia! E oggi voglio dire grazie a chi ha saputo starmi accanto sempre e comunque, nonostante la tristezza, nonostante il cambiamento di un sorriso ogni giorno più tirato. Dico grazie anche a chi ha mollato a metà strada, a chi ha mollato sul finale ma ha saputo sempre e comunque riempire il vuoto che ti percorre quando per dormire non esiste chimica al mondo per spegnere un cervello! Dico grazie a me, che nonostante tutto ho trovato la forza di essere forte nel momento in cui ero debole. E questa è l’impresa più grande, essere forti quando si è deboli. Dico grazie a chi ha creduto in me invitandomi a rimettermi su quei libri impolverati. Ma voglio dire grazie a te che hai contributo a ricostruire quel sassolino sgretolato, dico grazie a te che mi hai ricordato  che è meglio dire di nuovo “bene così ci penseremo domani”, ma poi domani lo fai diventare dopodomani. E dico grazie a te che da lassù sei sempre con me. Non sarà il portone, ma è pur sempre una finestra da dove far ricomparire i colori.”

Maria, laureata 110 e lode,  dopo la chiamata per un contratto a progetto vinto a seguito di  concorso per diplomati, dopo 17 mesi di disoccupazione.

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2 thoughts on ““Non sarà il portone” di Maria Bucci”

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